Attività Svolte

Sobrietà, solidarietà e nuovi stili di vita


L’obiezione sembra essere sempre la stessa:
perché pensare agli altri quando ad essere in difficoltà sono quelli di casa?
E se il termine di riferimento può variare e la “la casa” può assumere forme diverse allargandosi persino ad una nazione intera, il punto di partenza è sempre l’egoismo in cui è relegato l’uomo di oggi. Ogni volta che la Fondazione riceve una nuova richiesta, si ripropone lo stesso interrogativo ed anche la stessa risposta: la nostra casa è il mondo e la nostra famiglia tutta quanta l’umanità. 

Quale criterio allora adottare per rispondere alle innumerevoli richieste di aiuto?
Solo chi è sobrio, cioè libero dall’ingombro di se stesso, essenziale nell’uso delle cose, del suo tempo, può creare in se stesso lo spazio per accogliere gli altri, per far crescere legami nuovi, per ascoltare le loro domande, per accorgersi dei loro bisogni. E questo diventa vero soltanto quando si giunge a cambiare i propri stili di vita, quando cioè si traduce in uno sguardo nuovo sulla realtà che ci circonda, in un vissuto che sa rinnovarsi di continuo, mite, rispettoso delle cose, della natura, dell’altro, aperto a tutti.

Sobrietà, solidarietà e nuovi stili di vita:  di queste tre parole abbiamo bisogno tutti. E cadremmo in un grosso equivoco se pensassimo che tutto ha avuto origine solo a causa della crisi. Ogni uomo, di ogni tempo, ne avrebbe perché solo chi vive così non spreca i suoi talenti, ma – al contrario – ha imparato come farli fruttare. Con questo impeto accogliamo ogni domanda, ben sapendo della limitatezza delle nostre risposte ma anche del desiderio grande del nostro cuore nell’andare incontro all’uomo nel suo bisogno più profondo e più vero. 

È la nostra mission!
La Fondazione, infatti, è mossa unicamente dall’interesse in chiunque desideri cercare la verità e affermare la libertà di ogni singolo uomo. Il principio rimane quello della sussidiarietà: si parte dalla centralità della persona. Ogni singola persona è unica e irripetibile e la sua dignità è più grande di qualunque struttura. Le esigenze di verità, di giustizia, di bellezza, di felicità che costituiscono la radice del cuore di ogni uomo non possono essere sacrificate ad alcun progetto politico, sociale o economico. Questa coscienza è fattore di pace e di sviluppo: valorizzando ogni identità, che tenda al bene comune, è possibile realizzare uno spirito di vera solidarietà.
La sussidiarietà E’ il principio che consegue alla centralità della persona e della sua libertà di agire per il bene comune: “siccome è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l’industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori comunità si può fare” (Quadragesimo Anno).

Giovanni Paolo II amava ribadire che «nella storia della chiesa la spinta missionaria è sempre stata segno di vitalità, come la sua diminuzione è segno di una crisi di fede» (Redemptoris missio, 2). Se poi è vero che «la missione è un problema di fede» (Redemptoris missio, 11), non condividerne il dono è uno dei più evidenti sintomi della sua radicale inconsistenza.
Fare del bene a chi vive in gravi difficoltà è davvero facilee fa stare bene anche a chi lo fa. Basta poco.

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